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Stai pensando di lavorare in Svizzera ma non sai se conviene fare il frontaliero o trasferirti?

In questo articolo trovi tutte le risposte alle domande su come lavorare in Svizzera: pro e contro della vita da frontaliere, quali sono i permessi e i documenti di cui hai bisogno per lavorare, quali sono le professioni più ricercate e nella sezione annunci del nostro sito troverai tantissime posizioni aperte dove poterti candidare

LAVORARE E VIVERE IN SVIZZERA

La Svizzera è un Paese neutro, che non fa parte dell’Unione Europea ma permette la libera circolazione dei cittadini europei. Quindi, per entrare in Svizzera hai bisogno solo della carta di identità valida per l’espatrio, oppure del passaporto. Le regole cambiano se intendi trasferirti lì e si valuta anche il tempo di permanenza, ecco due casi:

  • Meno di tre mesi, devi notificare la tua presenza sul sito del Dipartimento federale di giustizia e Polizia, devi registrarti e inserire i tuoi dati, affinché lo Stato Svizzero possa sapere che sei presente sul territorio;
  • Più di tre mesi, devi chiedere il permesso di soggiorno.

Qual è il costo della vita

Il costo della vita in Svizzera è molto alto. Beni e servizi, nella maggior parte dei casi, sono più cari e il livello dei prezzi è monitorato costantemente dal Sorvegliante dei prezzi. In media in Svizzera i prezzi sono più alti del 60% rispetto a quelli delle altre nazioni europee. Le voci di spesa che pesano maggiormente sono:

  • Casa (sia in termini di mutuo che di affitto). Ci sono famiglie che stipulano un mutuo che non solo dura tutta la vita, ma che prosegue anche sui figli (se lo accettano) alla morte dei genitori. Il fisco svizzero però riconosce degli sgravi fiscali a chi ha un mutuo da pagare;
  • Sanità: ogni lavoratore svizzero deve avere un’assicurazione sanitaria. Infatti la sanità elvetica non è pubblica come in Italia, ma occorre pagarsi un’assicurazione privata che copre tutti i costi (dal medico di famiglia, agli specialisti, ai ricoveri ospedalieri). La spesa può arrivare fino a 500 euro al mese.
  • Alimentari;
  • Ristoranti e alberghi.

Quanto si guadagna

Fortunatamente, il costo della vita è rapportato a quello degli stipendi: in Svizzera il costo della vita è molto alto, ma lo sono anche gli stipendi. 

Ecco alcuni esempi (stimati per un contratto full time di 40 ore settimanali):

  • Un operaio senza specializzazione guadagna 5.898 CHF (franchi svizzeri);
  • Un impiegato semplice guadagna 6.631 CHF;
  • Un dirigente/quadro può guadagnare fino a 12.143 CHF.

Conviene: pro e contro

Lavorare in Svizzera può essere conveniente se sai adattarti e se hai determinate esigenze. Innanzitutto non preoccuparti del costo della vita, perché gli stipendi sono rapportati ad esso.

Quello a cui devi abituarti è la cultura: precisione, servizi impeccabili, serietà, freddo e inverni piuttosto rigidi, assenza del mare, lontananza dalla famiglia (se decide di rimanere in Italia). Ma la Svizzera ha tanto da offrire: una normativa e una cultura del lavoro adatte, un piano pensionistico di tutto rispetto e una sanità tra le migliori in Europa.

Quali lingue si parlano

In Svizzera si parlano quattro lingue:

  • Tedesco (65% degli abitanti);
  • Francese (20% degli abitanti);
  • Italiano (6,5% degli abitanti);
  • Romancio (0,5% degli abitanti).

A questi si aggiungono numerosi dialetti che variano da città a città, spesso molto differenti dalla lingua ufficiale.

LAVORARE IN SVIZZERA E VIVERE IN ITALIA

Una scelta conveniente, se rientra nelle tue possibilità, sarebbe quella di fare il frontaliere, quindi lavorare nella svizzera italiana ma vivere in Italia.

Ogni giorno dovrai attraversare la dogana, ma non avrai alcun tipo di problema perché la Svizzera tutela la libera circolazione. A maggior ragione tu avrai un contratto di lavoro svizzero, per cui non dovrai certo temere di essere bloccato. Il costo della vita in Italia è sicuramente più basso rispetto alla Svizzera e il vantaggio è che tu avrai uno stipendio svizzero, quindi adeguato al costo di vita svizzero.

Un altro vantaggio molto importante è che vivendo in Italia avrai l’assistenza sanitaria italiana, che è pubblica, quindi non dovrai spendere soldi mensili per il pagamento dell’assicurazione privata. Spesa che sosterresti solo se abitassi in Svizzera.

L’unico svantaggio sarà che dovrai ogni giorno recarti in Svizzera, in auto o con i mezzi pubblici, ma se abiterai nei Comuni di frontiera, ci metterai solo una mezzora ad arrivare sul posto di lavoro (un’ora in caso di traffico).

Permesso

Puoi chiedere il permesso di soggiorno all’ufficio cantonale di competenza. Puoi ottenerlo solo se:

  • Hai un contratto di lavoro con un’azienda svizzera, a tempo determinato o indeterminato;
  • Sei un imprenditore o un libero professionista o comunque hai i mezzi economici necessari per il tuo sostentamento.

Quali sono e quali servono

Esistono quattro tipi di permesso di soggiorno:

  • Di breve durata, detto anche permesso L UE/AELS, da richiedere se il tuo contratto di lavoro dura meno di un anno ed è valido solo per la durata del tuo contratto. Dopodiché, quando il tuo contratto scade, devi rinnovarlo se intendi rimanere in Svizzera. Puoi rinnovarlo per un massimo di 7 volte, quindi per restare in Svizzera non più di 24 mesi;
  • Di lunga durata, detto anche permesso B UE/AELS o permesso di dimora, da richiedere se il tuo contratto dura più di un anno. Il permesso di dimora ha una validità di cinque anni.
  • Di durata indeterminata, detto anche permesso C UE/AELS o permesso di domicilio. Puoi richiederlo se hai vissuto ininterrottamente in Svizzera per almeno cinque anni.
  • Permesso per frontalieri, detto anche permesso G UE/AELS. Puoi chiederlo se vivi in Italia ma lavori in svizzera, oppure se vivi in Svizzera per lavoro ma almeno ogni settimana rientri in Italia.

Documenti

Per ottenere un permesso di soggiorno devi contattare l’autorità cantonale di competenza. Puoi trovare l’indirizzo e i recapiti sul sito della Segreteria di Stato della migrazione.

Di solito se ne occupa direttamente il datore di lavoro: tu gli consegni i tuoi documenti e lui invia il tutto alle autorità. Una volta giunto in Svizzera, entro 14 giorni, devi andare al Comune per dichiarare il tuo ingresso e il Comune invia la richiesta all’autorità cantonale, che ti rilascerà il permesso richiesto.

Al Comune devi presentare i seguenti documenti:

  • Passaporto valido;
  • Carta di identità;
  • Foto formato tessera;
  • Contratto di lavoro con azienda svizzera;
  • Contratto di assicurazione sanitaria;
  • Certificato di stato civile.

Per le proroghe puoi rivolgerti sempre al Comune, almeno due settimane prima della scadenza del permesso. I documenti necessari da presentare sono:

  • Carta di soggiorno in scadenza;
  • Passaporto con una data di scadenza superiore di tre mesi rispetto al permesso di soggiorno;
  • La lettera di scadenza ricevuta dell’Ufficio cantonale.

Offerte di lavoro

La ricerca di lavoro in Svizzera funziona come in Italia. Puoi cercare tramite:

  • L’ufficio di collocamento del tuo Cantone;
  • Le agenzie interinali;
  • I siti internet di offerte lavoro.

Noterai subito una differenza tra uffici di collocamento italiani e svizzeri: quando in Italia ti iscrivi ad uno italiano, puoi anche dimenticartene. In Svizzera gli uffici di collocamento assolvono esattamente al loro compito: accolgono la tua richiesta, consultano la propria banca dati e già entro qualche settimana iniziano a inviarti delle offerte, in base alle tue specializzazioni.

Se sei appena diplomato/laureato, ti chiedono se sei disposto a stage o tirocini. Se non hai alcuna specializzazione, ti vengono offerti lavori meno qualificati, ma non per questo poco retribuiti (in Svizzera la paga minima è di circa 3.500 franchi per i lavori con nessuna qualifica).

Inoltre ci sono varie aziende svizzere che offrono contratti comprensivi di vitto e alloggio, non solo nel settore turistico, ma anche medico-scientifico, metallurgico, edile, della ristorazione, come giardiniere e custode di edifici.

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Quanto puoi guadagnare lavorando in Svizzera? Sappi che non è previsto un salario minimo garantito a livello nazionale.

La Confederazione Elevetica da qualche anno sta lavorando a una riforma generale sul salario minimo ma, ad oggi, solo alcuni Cantoni hanno introdotto i salari minimi. La paga minima legale è prevista, inoltre, solo per determinati settori professionali.

Scopriamo in dettaglio quali sono i Cantoni e i settori in cui il salario minimo è garantito, e come funziona il sistema degli stipendi in Svizzera.

SALARIO MINIMO E IMPORTI

La Svizzera, nel 2019, si è classificata al primo posto come Paese con gli stipendi più alti in Europa per i professionisti, sia con poca che con molta esperienza. Tuttavia in Svizzera non è stata varata una riforma nazionale sui salari minimi. Nel 2014 c’è stato un referendum che ha proposto l’introduzione di una retribuzione minima obbligatoria nazionale di 22 franchi orari, ovvero circa 19 euro, ma è stato bocciato, sebbene la paga proposta fosse di gran lunga superiore a quanto offerto nel resto dell’Europa.

Al giorno d’oggi solo 5 Cantoni su 26 hanno un salario minimo, con un importo che varia da 19 a 23 franchi in base al Cantone. Ecco in dettaglio i Cantoni che hanno adottato un salario minimo per legge:

  • Neuchâtel – salario minimo pari a 20.08 franchi (circa 18,53 euro);

  • Basilea Città – salario minimo pari a 21 franchi (circa 19,38 euro);

  • Giura – salario minimo pari a 20 franchi (circa 18,46 euro);

  • Ginevra – salario minimo pari a 23 franchi (circa 21,22 euro);

  • Canton Ticino – salario minimo pari a 19 franchi (circa 17,53 euro).

E’ importante precisare che in questi Cantoni il salario minimo non vale per tutte le categorie di lavoratori, ma solo per una parte di essi.

COME FUNZIONA IL SALARIO MINIMO IN SVIZZERA

Nonostante la mancata introduzione di un salario minimo standardizzato a livello generale in Svizzera, i salari sono negoziati individualmente, in base all’accordo tra lavoratore e datore di lavoro o in modo collettivo. I negoziati collettivi vengono svolti dalle parti sociali (sindacati e associazioni padronali) per un intero settore o per aziende specifiche. Le condizioni di lavoro e i salari vengono stabiliti di comune accordo nel contratto collettivo di lavoro (CCL). Ci sono però delle differenze tra i vari settori, in particolare tra quelli con e quelli senza contratti collettivi di lavoro (CCL) o con contratti normali di lavoro con salari minimi vincolanti.

Ecco come funzionano i salari minimi in ciascun settore:

1) SALARI MINIMI NEI CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO

Nei settori con contratto collettivo di lavoro (CCL), le imprese nazionali ed estere sono chiamate a rispettare i salari minimi vincolanti previsti dal relativo CCL. Le prescrizioni salariali applicabili ai lavoratori variano a seconda della loro attività ed esperienza professionale.

Il CCL è lo strumento più garantista. Si tratta di un contratto in cui la parte contraente può essere costituita da uno o più datori di lavoro o da una o più associazioni di datori di lavoro. Invece, i lavoratori sono sempre rappresentati da una o più associazioni di lavoratori (sindacati). 

Molte professioni sono disciplinate da un CCL di obbligatorietà generale dedicato, in cui è stabilito anche il salario minimo.

2) CONTRATTI NORMALI DI LAVORO CON SALARI MINIMI VINCOLANTI

Nei rami in cui non esiste un contratto collettivo di lavoro (CCL), in caso di offerte ripetute e abusive di salari inferiori a quelli usuali per il luogo, la professione o il ramo, possono essere emanati contratti normali di lavoro (CNL). Tali contratti stabiliscono salari minimi vincolanti validi per l’intero ramo e modificabili solamente a vantaggio del lavoratore.

3) SALARI MINIMI TEMPORANEI

Nei settori o nelle professioni in cui non sono previsti salari minimi vincolanti stabiliti da contratti collettivi di lavoro o contratti normali di lavoro, devono sempre essere rispettati i salari usuali per il luogo, il ramo o la professione. Se vengono ripetutamente e abusivamente offerti salari inferiori a quelli usuali, gli organismi preposti nel Cantone di riferimento possono proporre che vengano fissati temporaneamente salari minimi. La determinazione dei salari usuali è di esclusiva competenza delle commissioni tripartite cantonali.

IL CALCOLATORE NAZIONALE DEL SALARIO MINIMO

Il Governo Federale ha messo a disposizione dei lavoratori anche un calcolatore nazionale dei salari, che aiuta a calcolare il salario usualmente versato in Svizzera per una determinata attività, considerando anche il profilo individuale (età, anzianità di servizio, formazione, posizione nell’azienda e professione). Nel caso il proprio salario risultasse basso o inadeguato rispetto a quello usuale, è possibile fare una segnalazione alle autorità preposte.

 

SALARIO MINIMO IN SVIZZERA PER FRONTALIERI

Le nuove disposizioni sul salario minimo in alcuni Cantoni della Svizzera sono considerate da molti elvetici, oltre che un diritto e una tutela dei lavoratori, anche un possibile regalo ai frontalieri italiani o francesi. Parliamo dei lavoratori che vivono in Italia o in Francia (con un costo della vita nettamente inferiore a quello svizzero) ma lavorano nei Cantoni confinanti. Per loro ora la paga è di circa 3500 – 3600 euro al mese: una buona notizia per i lavoratori di confine che nei loro settori d’impiego, fino all’arrivo delle nuove leggi, percepivano remunerazioni ben inferiori. Secondo alcune associazioni di datori di lavoro dei Cantoni svizzeri di confine, l’introduzione del salario minimo potrebbe attrarre nuova manodopera straniera.

Per altri invece, la fissazione di un salario minimo ridurrà la concorrenzialità dei frontalieri, soprattutto di quelli meno formati, e come conseguenza, i datori di lavoro saranno incentivati ad assumere dipendenti del posto. Il dibattito politico è tuttora in corso per gli altri 21 Cantoni che ancora non hanno ancora adottato il salario minimo.

SALARIO MINIMO IN SVIZZERA PER DISTACCATI

Secondo le ultime sentenze del Consiglio di Stato svizzero, i lavoratori distaccati in Svizzera non devono sottostare al salario minimo stabilito dai Cantoni dove sono distaccati. Si ricorda che i lavoratori distaccati sono quelli inviati in Svizzera (in generale in uno Stato diverso da quello in cui ha sede l’azienda datrice di lavoro) per un incarico temporaneo. Al vaglio dei giudici c’era la possibilità di imporre ai datori di lavoro esteri che inviano i propri dipendenti in Svizzera anche il rispetto delle condizioni salariali minime prescritte a livello cantonale, ma il Consiglio di Stato ha respinto, per ora, questa opportunità.

LAVORO IN SVIZZERA: LA NORMATIVA GENERALE

In Svizzera a disciplinare le professioni è la Legge sul lavoro (LL), che costituisce la base della protezione dei lavoratori. Il suo contenuto si distingue in due parti principali:

  1. la durata del lavoro e del riposo;
  2. protezione della salute.

A completare la legge, vi sono poi diverse ordinanze che disciplinano:

  • disposizioni speciali per determinate categorie di aziende e di lavoratori;
  • gli obblighi e i diritti nell’ambito della protezione della salute;
  • le prescrizioni applicabili alle aziende industriali e che regola la procedura d’approvazione dei piani e del permesso d’esercizio;
  • la protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori di età inferiore a 18 anni;
  • protezione della maternità;
  • lavori pericolosi.

PARITÁ SALARIALE TRA UOMO E DONNA

È importante anche sottolineare che la Svizzera sposa il principio della parità tra uomo e donna in ambito salariale. Secondo tale norma, un lavoro uguale o equivalente deve essere retribuito allo stesso modo a entrambi i sessi. In caso di discriminazione salariale è possibile contattare subito l’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo che prenderà i dovuti provvedimenti.

Oltre ai principi e alla disciplina di carattere nazionale sul tema lavoro vi sono delle norme che si differenziano di Cantone in Cantone, basate sui contratti collettivi di lavoro (CCL) e su i contratti normali (CNL), oltre che sui contratti individuali del lavoro che sono frutto di accordo diretto tra lavoratori e datori di lavoro.

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Qualità della vita e opportunità lavorative interessanti: secondo un report del gruppo bancario HSBC, il primo Paese che presenta entrambe le condizioni è la Confederazione Elvetica. Lavorare e vivere in Svizzera è quindi un’opportunità anche di benessere.

Perché lavorare e vivere in Svizzera è la scelta migliore?

Da un’analisi dei dati emersi, su un campione di oltre 18.000 persone, emigrate in 163 luoghi differenti, la Svizzera si colloca al primo posto per qualità della vita e competitività dei salari.
Sono infatti moltissime le persone che negli ultimi anni si sono trasferite in Svizzera per migliorare la loro condizione sia economica che personale. Sempre dai dati emersi infatti, lo stipendio medio svizzero annuale è di 111.587 dollari, nettamente superiore rispetto alla media mondiale di 75.966 dollari.

Quali sono i vantaggi di vivere in Svizzera?

In tutti i Cantoni della Svizzera, il livello di disoccupazione è molto basso e i salari sono ottimi. Trasferirsi e vivere in Svizzera vuol dire avere la possibilità di vivere in un paese ricco e con moltissime opportunità.

L’economia svizzera, per la scarsità di risorse naturali offre quindi molti servizi soprattutto di natura finanziaria.

Tra i vantaggi possiamo anche citare:
 L’alta qualità della vita;
• La multi culturalità, visto che il Paese è abituato ad ospitare lavoratori stranieri;
• Efficienza dei servizi postali, dei trasporti pubblici, dell’amministrazione e della gestione dei beni;
• Senso civico e meritocrazia;
• Basso tasso di criminalità in tutti i Cantoni;
• Posizione geografica strategica, vista la vicinanza con Italia, Austria, Germania e Francia.

Lavorare in Svizzera

La Svizzera offre moltissime opportunità di lavoro e ha un tasso di disoccupazione veramente molto basso. Gli stipendi sono elevati, arrivando anche a essere circa 3-4 volte superiori a quelli dei vicini paesi europei. Lo stipendio medio svizzero è di circa 5.500 € lordi al mese, ovvero uno dei più alti a livello mondiale.

Il periodo di ferie annuale è di almeno quattro settimane all’anno ma, molte aziende concedono dei periodi di ferie che arrivano anche fino a 6 settimane.
Per legge, non si può eccedere dalle 45 ore di lavoro settimanali, se non per alcune tipologie di lavoro manuale per cui si arriva fino a 50 (in straordinario).
Un problema che si può riscontrare è il divario retributivo tra i due sessi. Nel paese, infatti, le donne guadagnano circa il 15% in meno rispetto ai colleghi maschi.

Nonostante non ci siano tutele di garanzia circa il lavoro a tempo indeterminato, resta comunque difficile licenziare facilmente i dipendenti, i quali vengono formati dalle stesse aziende che hanno interesse a tenerli il più a lungo possibile. Esistono inoltre generosi sussidi di disoccupazione.

In Svizzera le tasse per dipendenti e autonomi variano da cantone a cantone ma ingenerale sono di circa il 30% del reddito lordo.

Non ci sono problemi di debito pubblico, anzi, è un paese in cui si parla di credito pubblico, perché è i bilanci si chiudono sempre in attivo.
Quindi, se avete deciso di trasferirvi in Svizzera, potete iniziare a cercare il vostro lavoro con noi, cliccando sui nostri annunci settimanali.

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